Proviamo a fare chiarezza nell’interesse della comunità senigalliese sulla delicata situazione del nuovo PAI, il piano dell’AUBAC (Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale), pubblicato con Decreto Segretariale n.100 del 16.04.2025, condiviso da Regione e Vice Commissario. Il vice commissario è lo stesso Babini degli interventi di somma urgenza lungo i fiumi Misa e Nevola, che durante il Consiglio Grande, indetto per la discussione del progetto Ponte Garibaldi da lui sottoscritto, disse che la velocizzazione delle opere indispensabili per ridurre il rischio in città è molto complicata per “colpa della burocrazia”, cioè di sé stesso.
Un incontro romano che non ha prodotto risultati concreti
Lo scorso 4 giugno, il sindaco di Senigallia Olivetti è stato a Roma, quasi due mesi dopo la pubblicazione del PAI, per “negoziare” una riduzione dei vincoli R4 per il centro urbano, per chiedere una sospensiva, incontrando i professionisti interessati.
Il resoconto giornalistico di questo incontro riporta una breve dichiarazione del sindaco che definisce l’incontro “estremamente positivo” perché avremo, a suo dire, un piano “moderno e flessibile”. L’AUBAC avrebbe promesso che entro fine giugno arriverà lo studio organico, in corso da molto tempo, contenente il cronoprogramma degli interventi sull’intero bacino Misa e Nevola: studio che dovrà essere “la base per il nuovo PAI” a cui si aggiunge la rivelazione encomiastica del Sindaco Olivetti che i vincoli R4 verranno aggiornati in automatico, “in base all’avanzamento dei lavori di mitigazione studiati”.
Ma il Sindaco e gli Assessori “competenti” non si sono accorti che l’art.19 del PAI vigente prevede già quel meccanismo della flessibilità, imprescindibile e scontato per un documento di questa portata: flessibilità invece sparata come grande successo ottenuto a Roma. I perimetri verranno modificati al realizzarsi, ovvero quando saranno completate e collaudate, delle opere indispensabili per ridurre le portate alluvionali del fiume e non per le intenzioni degli amministratori di Senigallia e del sindaco Olivetti. Quindi il Sindaco non ha ottenuto proprio nulla dall’incontro romano sul PAI.
Ad oggi, non ci sono neanche date certe per l’inizio e la fine delle opere, annunciate più volte e sempre in corso di pianificazione, di studio, di progettazione: attendiamo quindi fine giugno per avere qualche informazione seria e credibile.
Propaganda elettorale e mancanza di opere concrete
A questo nulla di concreto ottenuto dallo sbandierato incontro del sindaco Olivetti a Roma, si aggiungono i contenuti dell’incontro elettorale e propagandistico di ieri ad Ancona, organizzato opportunamente lontano dai luoghi della tragedia. A tre anni dall’alluvione ci sono gli studi, si conoscono le opere da realizzare per ridurre il rischio, ma di opere realizzate che possano farci stare tranquilli per cose e persone e dei tempi necessari alla loro realizzazione ancora nulla.
L’AUBAC ha dichiarato che lo studio svolto ha permesso di individuare gli interventi di mitigazione per la sua messa in sicurezza. Man mano che gli interventi saranno realizzati, si procederà con il contestuale aggiornamento delle mappe di pericolosità, così come già previsto dall’Art. 19: quindi, dopo tre anni, conosciamo gli interventi da fare, ma non abbiamo ancora idea di quando saranno realizzati e quindi di quando potrà essere ridotta l’area R4.
Al momento di certo c’è solo la pura propaganda politica: niente di concreto, nonostante i nostri 15/20 milioni di euro spesi in “somma urgenza” per il fiume Misa. Una somma urgenza, lunga ben tre anni, per la cosiddetta “pulizia” del fiume, una vera devastazione ambientale, che sarebbe stata, secondo la destra, il modo per mettere in sicurezza popolazione, città ed imprese. Con tutta evidenza, purtroppo, non è affatto così, vista l’attuale perimetrazione R4 della città che non ha tenuto conto di quei costosi e devastanti lavori di somma urgenza che non hanno mitigato nulla.
Il progetto del nuovo ponte Garibaldi che influenza avrà sulla riduzione del rischio?
Se ne è parlato in quell’incontro?
Magari hanno evitato perché sono consapevoli che non dà nessun vantaggio in termini di riduzione del rischio. È un progetto sbagliato e inutile.
Infine suggeriamo al Sindaco che smetta di scrivere “messa in sicurezza del fiume”: è un’affermazione priva di senso, perché è la comunità che ha bisogno di sicurezza, non il fiume. A quasi tre anni dall’alluvione, dovrebbe averne capito la sostanziale differenza.
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