A sinistra: vista dall'alto del tratto del lungomare tra la Rotonda e il porto. A destra: il tratto di lungomare fotografato dalla strada.

Pedonalizziamo il vuoto: la riqualificazione di Lungomare Marconi tra poche idee e nessuna visione

Sembra che la giunta Olivetti, finalmente, farà partire dopo l’estate – diversi ritardi dopo – la tanto attesa riqualificazione di Lungomare Marconi. Il tutto sarà, nei fatti, un intervento ingegneristico: pedonalizzazione del tratto, senza osare, senza ripensare lo spazio pubblico e senza la benché minima ambizione di valorizzare la zona che collega il mare al centro della città. Ci sono alcuni elementi positivi, dati dalla pedonalizzazione e dall’abbattimento di barriere architettoniche, ma da soli non possono giustificare una riqualificazione così limitata e scarsamente ambiziosa per un’area come quella oggetto dell’intervento.

Un’occasione storica sprecata

Questa amministrazione dimostra, ancora una volta, la drammatica assenza di visione e programmazione. C’era tutto, a disposizione: risorse PNRR, concorso Velvet Waterfront — finanziato con decine di migliaia di euro per stimolare idee nuove, moderne, sostenibili e inclusive – e pure il progetto vincitore. Ma nulla di tutto ciò sembra avere alcun valore agli occhi dell’amministrazione. Si poteva integrare l’importo del PNRR con risorse proprie, ad esempio, dal “tesoretto” dell’avanzo. Si sta perdendo, invece, un’occasione storica: alla pedonalizzazione viene abbinato, inoltre, venti metri più in là, un parcheggio multipiano pensato all’ex IAT – scelta sciagurata, perché semplicemente sposta il traffico nelle vie interne, le strozza e abbassa la qualità urbana della zona.

Nessuna strategia organica

Nessuna strategia organica: nessun arredo urbano innovativo pensato, nessun focus sul verde, niente idee per reinventare i nostri muretti storici, nient’altro che “conglomerato bituminoso”. È la negazione stessa del concorso d’idee, nata come un’operazione per dare garanzie, ricerche, visioni su tutto il lungomare — Mameli, Marconi, Alighieri, Da Vinci e Italia — in una logica di sostenibilità, accessibilità e attrattività. Ma nel momento in cui ci si poteva spingere oltre, con soluzioni capaci di rigenerare lo spazio e trasformarlo, l’amministrazione svuota tutto, limitandosi a operazioni elementari.

Le proposte alternative avrebbero potuto integrare la pedonalizzazione con spazi di incontro, arredi innovativi, verde urbano, illuminazioni artistiche, riqualificando anche i muretti in maniera adeguata. Si sarebbero potuti utilizzare pienamente i fondi PNRR per realizzazioni concrete, da un lato, ma anche spettacolari e lungimiranti dall’altro. Si sarebbe potuta abbandonare l’idea del parcheggio in struttura all’ex IAT: si dica pubblicamente, infatti, dove si vuole collocare il traffico, con quali studi, e come si intendono salvaguardare le vie interne dalla spasmodica ricerca di un posto auto.

Serve una scelta coraggiosa, non l’ennesimo rattoppo. Serve una visione: un lungomare che parli di identità, sostenibilità e futuro, senza dimenticare lo sviluppo economico delle attività che ruotano attorno ad esso. Città e turisti meritano un progetto di rigenerazione vera.Pedonalizziamo il vuoto: la riqualificazione di Lungomare Marconi tra poche idee e nessuna visione.


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