è immerso nel verde di una strada secondaria. C'è una cinta bassa e bianca e una torretta di mattoni su un angolo. All'interno, l'ampio stabilimento dismesso

Investimento Prada all’ex Ciare: una buona notizia per la vallata e il lavoro, una nota meno lieta per il mancato investimento sociale

Abbiamo letto, nei giorni scorsi della finalizzazione dell’operazione legata allo sbarco di Prada nel territorio di Senigallia e della sua vallata. Infatti, nell’immobile ex Ciare, sarà previsto un centro sartoriale di altissimo livello, con possibili positive ricadute sul tessuto economico della città e della vallata.

Sul merito dell’operazione c’è poco da dire, anche perché un soggetto privato chiaramente si muove all’interno delle possibilità previste dalle norme e dalle leggi di mercato e sarebbe completamente fuori luogo commentare la legittima scelta messa in campo.

In questa operazione, qual è stato l’effettivo ruolo dell’amministrazione Olivetti?

Diverso è leggere l’atteggiamento del sindaco Olivetti che ha dichiarato: “Fin da quando si era ipotizzata questa possibilità ci siamo attivati come Amministrazione, per quello che di nostra competenza”. Qual è stato quindi il ruolo dell’amministrazione comunale, in questa partita? È qui che nascono le perplessità, in quanto l’immobile avrebbe dovuto avere una destinazione d’uso ben diversa, con la realizzazione di un “campus per ragazzi e ragazze, con un progetto innovativo e interdisciplinare”, a servizio della pratica sportiva e con un progetto di ampio respiro. La domanda sorge spontanea: su questa prima visione, come si è attivata l’amministrazione Olivetti da quando l’immobile è stato acquisito dalla Fondazione (dicembre 2020)?

La giunta subisce gli eventi invece di confrontarsi e guidarli

L’altro grande dubbio, invece, nasce dalla vocazione del nostro territorio: Senigallia è una città turistica oppure può essere anche altro (ad esempio produttiva, di trasformazione o manifatturiera)? Sull’argomento non c’è stata e non c’è una riflessione né tantomeno una progettazione, urbanistica o di sviluppo economico. Un governo cittadino che ha fatto la propria campagna elettorale sull’ascolto mentre, in realtà, subisce quello che avviene, dovrebbe mettere al centro una modalità di gestione del territorio condivisa, creando i presupposti attraverso l’incontro e il confronto costante tra le esigenze del pubblico e del privato, in tutta la nostra valle.

Qual è il modello di sviluppo nel Comune e nella vallata?

L’ultimo intervento dei sindacati, infatti, è sul punto e fa emergere tutte le contraddizioni di questa amministrazione comunale. Ed è su questo che, nei prossimi anni, dovremo misurarci, coinvolgendo l’intera vallata e i territori che vanno da Arcevia e Corinaldo fino alla costa per uno sviluppo del territorio sostenibile, inclusivo e coerente con le peculiarità di ogni zona e comune.

Dario Romano, Capogruppo comunale Partito Democratico


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