Cittadini in Piazza Roma con lo striscione giallo "10.000 cittadini dicono NO al progetto del nuovo Ponte Garibaldi"

Dei vuoti, dei silenzi e delle assenze politiche del sindaco Olivetti

Senigallia, ieri, davanti alle porte del Comune di Senigallia, è andato in scena l’atto finale – e forse il più amaro – di una vicenda che da mesi segna la vita democratica della nostra città: la consegna di oltre 10.000 firme raccolte da cittadini e associazioni per chiedere trasparenza, ascolto e partecipazione sul futuro del Ponte Garibaldi.

Quello che doveva essere un momento di confronto e responsabilità istituzionale si è trasformato invece nell’ennesima occasione mancata. Nessun rappresentante dell’Amministrazione comunale, a partire dal sindaco Olivetti, era presente alla ricezione delle firme, nonostante data e orario fossero stati concordati con il primo cittadino stesso (prontissimo però a farsi intervistare nello stesso momento a pochi metri dal luogo di consegna delle firme).

L’assenza che segna una distanza incolmabile

Nonostante il presunto imprevisto, l’impegno concomitante, non c’è stata nessuna delega, nessun interesse ad essere rappresentato da un qualsiasi assessore o rappresentante della sua giunta. Un’assenza grave, la sua e della sua amministrazione, che segna una distanza ormai profonda tra chi governa e la comunità che dovrebbe rappresentare.

Se fossimo in un girone dantesco, saremmo nell’antinferno, in una zona in cui le anime non sono degne di godere né delle gioie del Paradiso né delle pene dell’inferno. Dante li chiama ignavi: sono quelli che non si espongono, gli indifferenti, quelli a cui preme il silenzio per mantenere intatta l’immagine di sé, incapace di reggere un dibattito o una replica contraria, che potrebbe sporcare l’immagine del retto e giusto.

Ma siamo a Senigallia, anno 2025, siamo in una città in cui cittadini e cittadine lavorano per garantire un futuro migliore per la città e per chi la vive. Quando 10.000 (diecimila!) cittadini si mobilitano, firmano e si organizzano per far sentire la propria voce, l’Amministrazione ha il dovere di esserci, in primis il sindaco. Dovrebbe avere la massima premura nel cogliere ogni occasione di confronto con la città, anche di contraddittorio se necessario, perché avrebbe così modo di conoscerla meglio, di apprendere gli umori e le aspettative.

Non è successo in alcun modo, neanche tramite un suo rappresentante.

Il muro di silenzio dell’amministrazione

Al contrario, ciò che abbiamo visto sin dall’inizio è stato un muro: un muro di silenzi, rinvii, deleghe e disinteresse. Un muro che si è progressivamente alzato lungo tutta la vicenda della ricostruzione del ponte, tra annunci disattesi, mancanza di trasparenza nei progetti e un affidamento in bianco al Commissario straordinario, senza alcun confronto con la cittadinanza.

Ribadiamo con forza che la partecipazione è un valore da tutelare. Ogni firma raccolta è un mattone di democrazia. Ed è proprio quando le istituzioni si chiudono che diventa ancora più importante far sentire la propria voce.

Ringraziamo le associazioni ambientaliste che da mesi hanno tenuto alta l’attenzione sul tema, sollevando criticità progettuali e non solo circa la ricostruzione del nuovo ponte Garibaldi. Per questo continueremo a batterci, dentro e fuori le sedi istituzionali, affinché Senigallia torni ad essere una città in cui le scelte si costruiscono insieme. A partire da un’opera che dovrebbe unire, non dividere.

Riguardo al sindaco Olivetti, dopo questa ennesima abdicazione dal proprio ruolo politico e istituzionale, non resta che riflettere sul suo futuro: se è questo il modo con il quale intende riproporsi alle prossime elezioni è meglio che faccia sin da subito un passo indietro a favore di chi, pur avendo idee lontane dalle nostre, possa mantenere almeno aperta la finestra del dialogo, del confronto e della partecipazione con i cittadini.


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