A Gaza c'è bisogno di un cessate il fuoco, non di un piano israeliano per l'occupazione

Basta indifferenza su Gaza: l’interrogazione S&D chiama l’Europa alle sue responsabilità

Interrogazione scritta sul Piano Israeliano di occupazione della Striscia di Gaza dai nostri parlamentari Corrado, Lucano, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan

Dalla stampa emerge che il governo israeliano avrebbe approvato un piano che prevede l’occupazione militare della Striscia di Gaza, lo spostamento forzato della popolazione civile e la ridefinizione della distribuzione degli aiuti umanitari, che sono bloccati da oltre due mesi.
Questo approccio configura una forma di punizione collettiva a danno della popolazione palestinese, con conseguenze drammatiche per donne, uomini e bambini innocenti, e rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale e dei principi fondamentali su cui si fonda l’UE.
Le dichiarazioni del ministro israeliano Smotrich, che ha affermato di “non voler lasciare Gaza neanche in cambio degli ostaggi”, rendono esplicito un progetto di occupazione permanente che non può più essere ignorato.

È urgente che l’UE assuma una posizione chiara e coerente con i suoi valori fondanti, a partire dalla protezione della popolazione civile e dal rispetto del diritto umanitario.

Chiediamo alla Commissione Europea:

  • cosa sta facendo per garantire un cessate il fuoco immediato e duraturo?
  • come intende assicurare l’accesso pieno, sicuro e diretto degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese stremata e affamata?
  • sta valutando di sospendere l’Accordo di Associazione con Israele e ad applicare sanzioni, in risposta a queste gravi violazioni del diritto internazionale?

Da difesa a conquista: il vero volto del piano israeliano su Gaza

Questo è il testo dell’interrogazione urgente presentata al Parlamento Europeo da 6 parlamentari del gruppo S&D in merito agli eventi che stanno accadendo in Medio Oriente. Il piano del governo israeliano e le dichiarazioni del Ministro delle finanze israeliano Smotrich hanno manifestato chiaramente l’intenzione di Netanyahu e alleati sulla guerra in corso. Ora non è più possibile giustificare quanto sta avvenendo come intervento di difesa, ma chiaramente, in modo esplicito si è definita come una operazione di conquista da parte di Israele, perfettamente in linea con quanto proposto dalla nuova presidenza americana.

Una tragedia umanitaria che non possiamo ignorare

I crimini commessi nella striscia di Gaza e non solo, hanno come unico obiettivo la deportazione in massa della popolazione palestinese per costruire una non ben definita zona residenziale, verosimilmente per ricchi, sulla terra insanguinata per l’uccisione di donne e bambini. Ora non si può più parlare di antisemitismo, ma di crimini di guerra, a cui moltissimi ebrei, in Israele e nel mondo, si stanno opponendo, memori delle crudeltà subite dal nazifascismo con la Shoah, evento storico per il quale Netanyahu avrebbe tentato di assolvere Hitler, venendo accusato dai reduci dell’Olocausto di negazionismo.

Con questo ultimo passaggio non è più possibile tacere, ma è indispensabile che a tutti i livelli, dal locale all’europeo ed all’ONU, ci sia un moto di protesta e di rivolta pacifica per isolare il governo israeliano, ridare voce a tutti i numerosissimi ebrei in tutto il mondo che vogliono la pace, lavorando a tutti i livelli per una sospensione del conflitto, e, soprattutto, portare appoggio e solidarietà al popolo palestinese vittima di una delle più gravi tragedie del nostro secolo.

Gruppo di Lavoro Diritti Umani, Disuguaglianze e Sanità


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